L’uomo d’acciaio è (come dice il titolo) il miglior film di Supereroi dai tempi di Spider-man 2, questo perché non si limita a mostrare una storia dove l’eroe deve affrontare le sue paure per riuscire a salvare la fidanzata rapita o accettare la mortalità per salvare la sua città. L’uomo d’acciaio è la storia di un ragazzo che cerca il suo posto nel mondo per poter diventare (Super) uomo e per farlo deve mediare il perenne conflitto dato dalla sua duplice natura di kriptoniano/terrestre, ma andiamo alla recensione del film.
Il film
ha una regia semplice, che non cerca di impressionare lo spettatore con piani
sequenza ingarbugliati e zoomate iperboliche (a parte qualche scena comunque
riuscita). Questa volta Snyder rimane nei ranghi, forse perché qualcuno (Nolan)
gli ha fatto notare che se non sei Tarantino, Lynch, Kitano, la reincarnazione
di Kubrick o di Dario Argento (per chi non lo sapesse Argento è morto subito dopo
Opera e quello che vediamo oggi è il suo cadavere mummificato manovrato da
abili ventriloqui) queste cose è meglio che le lasci a casa e forse il film
viene bene comunque. Certo, non vincerai pupazzetti foglie e animaletti d’oro,
ma sempre meglio che vedere spostamenti di camera che sfociano in inquadrature
inutili e zoomate da filmino delle vacanze/porno amatoriale.
Un difetto può
essere trovato nella trama totalmente priva di suspance, che riesce comunque a
catturare lo spettatore con scene d’azione ad ampio respiro (dopo ci torniamo)
e messaggi, più o meno profondi, comunicati senza la classica enfasi degli ultimi
comicmovie e trasmessi con semplicità, come un’eredità valoriale che passa da
padre a figlio.
Il
punto di forza della pellicola sta proprio in questo: i conflitti prima interni
poi esterni tra uomo e alieno. Per chi non lo sapesse i Kirptoniani adorano un
solo dio: Rao, il dio della SCIENZA. E cosa comporta una fede cieca nel
progresso tecnologico? Una frattura tra
lo scorrere naturale della vita e le forzature messe in atto dalla specie
dominante (barbaro sfruttamento delle risorse naturale e ingegneria genetica) che
porteranno alla tragica distruzione del pianeta Kripton. I conflitti
vengono portati avanti da Kal/Clark sulla terra: la libertà di azione che
genera il caos (Terra) contro la programmazione genetica che rende la società
stabile e ordinata (Kripton), la moralità che può portare a prendere scelte
giuste ma controproducenti (Terra) contro una mancanza di morale che ti spinge
sempre alla scelta razionale (Kripton).
Conflitti, questi ed altri, che vengono
risolti mediando i due estremi: la libertà d’azione è un valore imprescindibile
ma l’educazione genitoriale (molto importante nel film) non è forse una specie
di programmazione? E i principi morali spesso sono soggettivi e possono risultare
dannosi per le alte persone (vedi finale).
Queste
ed altre diversità sono alla base del faccia a faccia tra Superman e Zod ma anche
interni all’azzurrone, che non sa se può fidarsi di una specie primitiva e paurosa
come quella umana, cosa che (come tutti sanno) lo porterà a nascondersi agli
occhi dei terrestri.
Nota
positiva sulla regia sono le scene d’azione che dividerò in schiaffi e catastrofi.
Cominciamo dagli schiaffi: scene perfette, i combattimenti sono veloci ma le
mosse risultano visibili e dettagliate. Si nota subito che lo stile di
combattimento di Superman rispecchia la rissa da bar mentre quello degli altri
Kriptoniani ha un'impostazione marziale – Nota: visto che qualcuno (sempre
Nolan) gli ha buttato via il cofanetto di Matrix, Snyder smette (finalmente) di
usare il rallenty - .
Continuando con gli schiaffi vediamo Superman lanciarsi a…
supervelocità diviso tra combattimenti e salvataggi, mentre i nemici impostano
l’azione con stili differenti come la forza bruta di Non, la velocità di Ursa e
la furia del generale Zod, che nella prima parte del scontro ricorda molto l’incredibile
Hulk. Il combattimento aereo finale è assolutamente pregevole per regia e
effetti speciali. Le catastrofi sono anche loro ben girate, le telecamere
vengono spesso tenute a una distanza che permette di apprezzare la devastazione
nella sua interezza, evitando così quella serie infinita di dettagli che
rendono incomprensibili le scene più movimentate.
L’uomo
d’acciaio è un film di formazione, un action e un film di fantascienza classica (guerra dei mondi)
con la lotta tra specie differenti per il dominio della terra.
L’architettura
di Kripton è risicata, vengono mostrate molto di più delle belle armature, Jor-El
ne cambia tre in due minuti (per la gioia di bambini e produttori di
giocattoli) e un porco sauro con quattro ali da pipistrello che vorrei tanto
avere parcheggiato sotto casa. “Papà posso prendere il porco sauro per andare
al bar?” “No”. Zod e gli altri indossano caschi simili ai piloti di caccia
imperiali di guerre stellari, mentre le astronavi hanno un aspetto esteriore insettoide
e interni scuri, asettici e tubolari che richiamano alle tavole di Giger (Alien).
Ci
avreste mai creduto in questa ultima impresa di Snyder? Io NO.
Zack Snayder per
i fumetti ha una vera passione, dimostrata dalla fedeltà con cui trasporta
sullo schermo opere come 300 di Frank Miller e Watchmen di Alan Moore.
Entrambi
questi film hanno dei chiari difetti: Il primo ha una storia semplice, retta
esclusivamente dalle tavole di Miller e i colori di Varley, cosa che Snyder
ricreò alla perfezione. Risultato? Un
film mezzo-riuscinto; Il secondo invece ha una trama troppo complessa per
entrare in un film di tre ora senza sfrangiare i maroni alla popolazione non
nerd (che tanto questi film se li vede comunque tutti… e non fate no con la
testa) comunque Zack ci provò lo stesso, riportando con precisione inquadrature
e dialoghi, risulato? Un film per-niente riuscito. Ma come si suol dire: alla
terza ci canta il gallo e il gallo ha cantato eccome!! Buon film, ottimo
comicmovie, attori convincenti. Voto? 3 SupeRagni su 5.
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