mercoledì 3 dicembre 2014

Parallelismo tra lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson e l'adattamento Disney firmato Enna e Celoni "Dottor Ratkyll e di Mister Hyde"

Tutti (e meglio di come saprei fare io) hanno già lungamente parlato di questo fumetto partorito dal comparto italiano delle Disney, lasciando però in sospeso una serie di domande: Cosa è andato perduto? Cosa invece rimane? E cosa ha guadagnato l'opera di Stevenson dall'adattamento di Bruno Enna e Fabio Celoni? Per saperlo continuare a leggere...
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Osservando i disegni con attenzione ci accorgiamo subito di quali siano le intenzioni dell'artista e quali sensazioni voglia suscitare nel lettore: La britannica bruma onnipresente e il titolo con la sagoma di Mister Hyde mira a spaventare l'osservatore puntando giustamente sul mistero. La prima vignetta vera è proprio è claustrofobica e non lascia via di scampo: la porta è perfettamente centrale, priva paesaggio sullo sfondo. A questo punto la nostra sola e unica via d'uscita è aprire la porta. Porta che (purtroppo) non riusciamo a varcare se non con l'utilizzo della forza. Se non bastassero questi splendidi disegni di Fabio Celoni a destare la nostra curiosità e la paura dell'ignoto ci pensa Bruno Enna con la sua prosa descrittiva, ricca di dettagli materici e digressioni che subito ci riportano alla mente il testo vergato da Robert Louis Stevenson.



Bello sarebbe fare un'articolo tutto così, potrei analizzare ogni pagina, ogni singolo dialogo, i personaggi, la trama, l'ambientazione, l'atmosfera di mistero e paura che Enna e Celoni sono riusciti a creare, ma alla fine vi direi quello che già vi hanno detto tutti: che "Lo strano caso del Dottor Ratkyll e di Mister Hyde" è un gran bel fumetto. Allora, essendo estimatore dell'opera originale, preferisco spostare il focus sul discorso dell'adattamento, cercando di capire insieme cosa è andato perduto, cosa è rimasto e cosa ha guadagnato l'opera da questo sontuoso adattamento Disneyano.

Il tema principale dell'opera di Stevenson è la volontà di annichilimento (scientifico) della parte istintiva dell'uomo in favore di quella razionale, componenti (entrambi) essenziali per lo sviluppo umano ma lette da Henry Jekyll in maniera dicotomica (Bene-Male).
Per inquadrare al meglio le vicende bisogna dire che al momento della pubblicazione (1886) ci troviamo nel cuore dell'età vittoriana una cultura che (come tutti sapete) ostentava uno inflessibile moralismo dei costumi e altri valori come onestà, patriottismo e dedizione alla famiglia. Senza dimenticarci poi che in Inghilterra è appena scoppiata la seconda rivoluzione industriale che vede Stevenson porsi (come altri autori dell'epoca) in maniera critica nei confronti dell'assolutismo scientifico che iniziava a permeare ogni aspetto del pensiero comune britannico.
Quindi ecco spiegato storicamente il perché del conflitto tra raziocinio (bene) visto come la strada dell'uomo per elevarsi e l'istinto (male) che (nel pensiero Vittoriano) rappresenta l'ignoranza e le barbarie delle classi meno abbienti. Spostiamoci adesso all'opera di Enna e Celoni: Cosa si è perso e cosa è rimasto dell'idea originale? Diciamo che la trasposizione è riuscita, il conflitto Volontà-Raziocinio (fondamentale) è rappresentano magistralmente, come anche la critica all'assolutismo scientifico che viene analizzato in moltissime sfaccettature oltre che nello splendido finale (anche e soprattutto) nelle parti con Archimede Pitagorico (un personaggio cardine anche nello sviluppo della trama) e anche la componente che temevo sarebbe andata perduta (la dipendenza da droga) è magistralmente rappresentata nella sua furia di violenza istintiva e alogica (ricordiamo che nel 1886 in europa arrivano le prime droghe "pesanti" naturali come l'oppio e chimiche come morfina e cocaina). La componente che manca invece è la volontà di annichilimento di cui parlavo prima, sostituita da una più sana e topolinesca sete di conoscenza finalizzata comunque (come nell'opera originale) a risolvere, tramite il metodo scientifico, un dilemma di natura filosofica, discorso a cui si lega il valore aggiunto della trasposizione.
La Disney, come tutti i grandi universi narrativi, presenta al suo interno due macro categorie di personaggi con caratteristiche Jekyll e Hyde che rendono ancora più forte e percepibile (oltre che sorprendente e geniale) il conflitto della storia. Se Topolino è un Henry Jekyll fatto e finito, moralista e moralizzatore, onesto, calmo, produttivo, razionale, rispettoso di se, della legge e degli altri, chi sarà mai il misterioso Edward Hyde? Lascio a voi la sorpresa di scoprirlo...

Il vostro amichevole SupeRagno dell'Internet

Come sempre condividete, mette mi piace alla pagina facebook e fate girare sui socialcosì come se non ci fosse un domani. Grazie del tempo speso... ah, volevate un giudizio complessivo dell'opera? Be, per questa volta lascio la parola al narratore Pipperson...


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