Prima recensione di fumetti del SupeRagno e quale modo
migliore di cominciare che recensendo un fumetto dell’autore più blasfemo di
sempre? Nessuno. Infatti oggi parliamo di True Faith, il secondo fumetto del
celeberrimo Garth Ennis. Siete pronti per il primo round tra Dio e il
bestemmiatore di Belfast? Allora cominciamo: Three, Two, One… Fight...
True Faith (1990)
Garth Ennis e Warren Pleece
Vertigo/Rw Lion 10,95 €
Chi
conosce l’autore in questione non rimarrà stupito dai contenuti di quest’opera,
giovanile, assolutamente imparagonabile ai lavori più recenti del maestro della
bestemmia, ma se non ha mai letto un'opera del suddetto mastro bestemmiatore
allora potrà trovare in True Faith un ottimo punto di inizio per seguire le
traversie narrative di un autore che negli anni 90 ha rivoluzionato il
mondo dei fumetti, inondandoli di sesso, violenza, dialoghi taglienti che
abbiamo solo sentito nei film di Tarantino e letti nei romanzi di Lansdale,
bestemmie, personaggi di una normalità disarmante che nelle mani di Garth Ennis
si trasformano in mostri sociali capaci delle nefandezze più aberranti (credevo
di essere un campione in queste cose ma ogni volta che leggo un suo fumetto scopro
vette ineguagliabili di depravazione) senza scordarci che comunque questi
rimangono fumetti molto positivi, non ho MAI letto un fumetto di Garth Ennis
senza che nel finale il buono non trionfi riempiendo di calci nel culo il
malvagio (fosse Dio, Hitler, Cristo o l’uomo ragno) bestemmiandogli in faccia
una morale salda e inflessibile che solo un irlandese può portare avanti con
tanta spregiudicata ultraviolenza.
In True Faith ritroviamo uno dei temi più cari
all’autore: Dio, l’argomento di infiniti dibattiti che accompagnano l’uomo fin
dall’alba dei tempi. Se cercate un'opera che svisceri al meglio queste
tematiche allora andate a comprarvi Preacher, perché True Faith tratta solo
alcune tematiche fondamentali, come il rapporto Dio/libertà e il singolo
rapporto che gli uomini hanno con un entità metafisica che dovrebbe aiutarci a
superare le nostre difficoltà. Il centro di True Faith sta proprio in questo:
troppo spesso gli uomini hanno sostituito Dio con Babbo Natale, pregandolo di
realizzare la loro volontà e addossandogli tutte le colpe una volta raggiunto
il fallimento. Prima di compiere un' impresa la preghiera può aiutare a svuotare
la mente e fissare l’obbiettivo, ma poi sta a noi fare di tutto perché le cose
accadano, senza finire a utilizzare un barbone invisibile come capro espiatorio
per le negligenze umane.
La
storia come detto ruota intorno alla figura di Dio (a differenza di Preacher
qui dio non compare come personaggio fisico ma viene visto nella sua accezione
reale) e due protagonisti: Nigel (giovane ateo, incompreso, subissato da amici e
autorità) e Terry (cattolico praticante, che vede la sua vita finire
letteralmente nel water).
Il W.C.
infatti è una metafora fondamentale nell’opera: Terry è un rappresentante di
prodotti per l’igiene che dopo la morte di moglie e figlia inizia a vedere il
mondo/anima (in magia universo e uomo sono la stessa cosa) come un W.C. e Dio come
un ingorgo del tubo a S che ostruisce la felicità e l’autodeterminazione degli
uomini. Terry allora parte in una solitaria guerra per uccidere Dio e
sostituirsi a esso, acquistando così la facoltà di realizzare il proprio
destino. Sicuri?
Nigel
dal canto suo non è minimamente interessato al rapporto uomo/Dio ma quando si
ritrova la pistola di Terry puntata alla tempia realizza in un istante che
quello che chiamiamo Dio è semplicemente un essere vivente che ha potere di
vita e (soprattutto) di morte su di noi, come vediamo nella scena del cane
crocefisso nella quale Nigel prega per un intervento superiore che venga a
togliergli le castagne dal fuoco (gli atei si rivolgono a Dio solo in momenti
di pericolo estremo)
Un
momento memorabile lo troviamo nelle prime pagine del capitolo sei, dove Nigel chiede
a Terry come pensa di uccidere un essere onnipotente e Terry gli risponde (con
folle lucidità) che il potere di Dio nasce dalle idee che l’uomo (tramite le
parole) ha creato per lui, allora quale modo migliore per sconfiggerlo che
metterlo davanti a un' idea altrettanto potente? (per scoprire qual è l’idea
capace di uccidere dio comprare il fumetto)
L’epopea
blasfema della strana coppia continua senza intoppi fino a quando non vengono a
contatto con un gruppo di miliziani con il loro stesso folle obbiettivo, da cui
scaturisce un esaltante dialogo su cosa sia Dio, con Terry da una parte che
sostiene la tesi dell’ingorgo e il suo interlocutore che lo vede come un cancro
(se dio è un prodotto della nostra mente allora non può essere fisso e immutabile ma aleatorio e soggetto a libere interpretazioni)
Alla
fine comunque rimane il fatto che (fede o non fede) Dio è quella persona che
detiene il monopolio della violenza, controlla le nostre vite e ci punisce
quando lo ritiene giusto, la descrizione riportata può tranquillamente
estendersi alla definizione moderna di stato, che un nord irlandese degli anni
80 può rappresentare solo ed esclusivamente con la figura della troia
lady di ferro.
Un
fumetto giovanile, un' opera rabbiosa che denuncia e condanna un modo di vedere
la vita tipico dei paesi cattolici come Irlanda e Italia, ottimi dialoghi, bella
trama anche se a volte Garth perde il filo della narrazione ma OH! è il suo
secondo fumetto mica l’ultimo! I disegni sono molto espressivi, escludendo
qualche sbavatura Warren Pleeac porta a casa un discreto risultato e per finire
i colori, nell’albo il colorista (non specificato) compie un lavoro
spettacolare acquerellando e sfumando le tavole, dimostrandosi capace di
rappresentare qualsivoglia ambientazione: notte avvolta dalle fiamme, grigiore ecclesiastico
e giornate di sole. Voto? 4 SupeRagni su 5
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