In tanti l’hanno dimenticato, in molti non conoscono la sua
esistenza. Di chi sto parlando? Di Darkman! Il primo film di supereroi firmato Sam Raimi. Oggi ho deciso di
ricordare un piccolo capolavoro della cinematografia troppo spesso dimenticato,
un post che può servire d’ispirazione a tutti quelli che non hanno ancora visto
questa splendida pellicola, andiamo alla recensione...
Titolo: Darkman (1990)
Regia: Sam Raimi
Sceneggiatura: Sam Raimi, Chuck Pfarrer, Ivan Raimi, Daniel
Goldin, Joshua Goldin
Specifichiamo subito che il film di cui stiamo parlando non è un comicmovie, ma un film
di supereroi. Qual è la differenza? Il film di supereroi narra la storia originale di un uomo che
combatte il male grazie a dei superpoteri. Nel comicmovie invece la storia
presentata non è originale, ma riguarda un
personaggio/storia vista in precedenza nei fumetti (comic). Quindi i fumetti e gli
action figure sono tutti usciti dopo
la distribuzione del film.
Infatti il film doveva raccontare la storia del personaggio
radiofonico/pulp/fumettistico di Walter B. Gibson The Shadow (di questo personaggio e dei suoi legami con
Batman ne parliamo su un post specifico). Dopo aver sentito rispondersi un
secco NO! Alla richiesta per i diritti del supereroe Raimi non si diede per vinto e continuò le riprese modificando il
nome del personaggio in Darkman!
Il film risulta molto influenzato dal Batman di Tim Burton
che pochi anni prima aveva rilanciato il mito del cavaliere oscuro,
conquistando un Oscar per le migliori scenografie. Escludendo le musiche (Danny
Elfman) di cui parliamo più tardi, le similitudini sono nella fotografia molto
scura in entrambe le pellicole ma qui intervallata da scene all’aperto e molto
illuminate, utili a trasmettere un netto contrasto tra l’ombra in cui è
costretto il nostro eroe (oscurità) e la vita a lui preclusa (luce). Proprio
questo forte contrasto è un'altra somiglianza tra il film di Raimi e quello di
Barton, solo che in questa pellicola il personaggio
tormentato/sfigurato/lacuivitaèfinitanelcessoeDioatiratolacatena è l’eroe non
la nemesi.
Il personaggio di Peyton Westlake/Darkman (Liam Neeson) è
uno scienziato che sta studiando una nuova protesi epiteliale (finta pelle) quando
la sua ragazza Julie Hastings (Frances McDormand) scopre che un importante
palazzinaro della città sta stringendo accordi con Robert G. Durant (Larry
Drake), un boss sadico e brutale presentato insieme ai pericolosissimi sgherri
nell’inquietante/comica/giratadaDio scena iniziale.
Per mandare un messaggio alla ragazza i criminali attaccano
Westlake nel suo laboratorio, gli sciolgono la faccia nell’acido e fanno
saltare in aria il posto. Peyton viene salvato e consegnato all’ospedale che
inizia una sperimentazione ai collegamenti neurali per impedirgli di sentire
dolore. Sfigurato, massacrato ma vivo, lo sfortunato Peyton Westlake fugge dall’ospedale
e grazie al suo inesauribile genio scientifico, crea l’identità del giustiziere
mascherato Darkman.
Perseguitato da dolori lancinanti e dalle visioni delle
violenze inferte, con la vita “normale” preclusa dalla sua deformità, Darkman diventa un folle, ossessionato
dalla sete di vendetta. L’ossessione lo porta a sacrificare la sua integrità
morale per vendicarsi contro chi gli ha distrutto la vita, ogni passo verso la realizzazione
del suo obbiettivo porterà Darkman
a uccidere una parte di se fino ala splendida scena finale sull’impalcature del
grattacelo.
Il film scorre benissimo, senza buchi di sceneggiatura e
privo di forzature. Scene degne di nota sono quella iniziale, belle le zoomate
e le inquadrature dal basso verso l’alto (Notare l’utilizzo di un arma che è l’esatto
opposto della motosega di Evil Dead); La tortura di Ted Raimi (Roba alla Sin
City); La scena dell’ospedale, dove fa la sua comparsa John Landis; La fuga
dall’elicottero e il combattimento finale.
Del film ho un giudizio molto positivo, una ennesimo
capolavoro del genio Sam Raimi,
che porta anche in Darkman
tutti (o quasi) i must della sua regia: Le zoomate iperboliche, la comicità
onnipresente, dalle scene di violenza dove, telecamera e il soggetto, vengono letteralmente sbattuti per tutta la
stanza (tipiche dei film di Raimi), alle scene più raffinate (notate a metà
film un bellissimo piano sequenza che sfocia con Leam Neeson che prende fuoco
senza accorgersi) e soprattutto la componente horror, presente sia nelle regia
che nella caratterizzazione del personaggio. Infatti Darkman è un antieroe oscuro, folle, sfigurato:
un freak! Che ha in comune con i personaggi degli horror l’impossibilità di
vivere una vita nella società umana. Darkman è un emarginato che trova la salvezza nella scienza (finta
pelle/esperimenti neurali), i suoi poteri sono frutto di esperimenti
scientifici e delle sue abilità. [Nota Nerd: origini di questo tipo sono più
comuni nella DC che nella Marvel. Nei fumetti Marvel poteri e traumi sono la
stessa cosa, mentre alla DC e in quasi tutta la Golden Age, prima subisci un trauma,
poi se hai forza di volontà e delle doti speciali diventi un eroe]
Il film è ottimo per storia (semplice ma non scontata), regia (perfetta,
i fan di Raimi impazzirano) e attori (calati nel ruolo con un cattivo
inquietante e l’eroe di una tristezza assoluta), musiche che gettano subito lo
spettatore nel’ambientazione da comicmovie. Superiore a tutti i film di supereroi (ah, ah! superiore/supereroe)
usciti ultimamente. Voto? 4 SupeRagni su 5
Nessun commento:
Posta un commento